Tomorrowland è un film che sulla carta aveva molti punti di forza: un setting visionario con scenografie splendide, effetti speciali (non tutti dello stesso livello, ma mediamente molto validi), una serie di temi di riferimento attuali e importanti: ecologia, rispetto dell’ambiente e della vita, prospettive di un futuro migliore e più equo. Eppure ogni buona intenzione si perde in una scrittura – e in una conseguente messa in scena – che sembra il frutto di una stereotipizzazione di Disney, a opera di un reparto marketing plenipotenziario. Quello che poteva essere un film per tutti, ricco di importanti spunti e carico di valori universali (sempreverdi nella loro banalità) diventa una narrazione per bambini la cui superficialità, prevedibilità e verbosità annulla buona parte del bel lavoro fatto per la contestualizzazione estetica delle avventure di Frank e Casey.
