Quentin Tarantino torna sugli schermi ed è di nuovo l’apoteosi del nulla, ma con stile.
Death proof, che nella versione originale di Grindhouse è accompagnato da un secondo racconto intitolato “Planet terror” e diretto da Robert Rodriguez insieme a Eli Roth, Rob Zombie e Edgard Wright, è un inno ai B-movie e alle serie televisive degli anni ’70-’80, pieno zeppo di citazioni e rimandi e assolutamente inconsistente per quanto riguarda i contenuti.
Ormai si può dire senza timore di essere smentiti che Tarantino si sia specializzato in un tipo di cinematografia che basa tutta la propria essenza sulla forma, la superficie e il puro intrattenimento.
Dalla visione di Grindhouse, se non ci si aspettava di dover cogliere messaggi dal senso profondo, si esce assolutamente soddisfatti e divertiti, perché di fatto si tratta di un film assurdo e con una storia di una semplicità disarmante, ma con uno stile assolutamente indiscutibile.
