Recensione di Agorà

agora

Recuperando una vicenda perduta tra le pagine della storia, Alejandro Amenabar dirige un’ottima Rachel Weisz in Agora, un biopic intenso, che si fa anche portatore di un importante messaggio di tolleranza.
Sul finire del IV secolo d.C. Alessandria è ancora una città fiorente, a dispetto della rovina che sta calando sull’Impero Romano. Il faro e la nuova biblioteca sono i simboli dell’opulenza e della ricchezza culturale della città, dove Ipazia (Rachel Weisz), figlia di Teone (Michael Lonsdale), coltiva il suo amore per la scienza e la filosofia, che insegna con passione ai suoi discepoli.

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