Dopo una serie di film non propriamente esaltanti, Eddie Murphy si cimenta con una commedia per famiglie che non aggiunge niente al genere, ma risulta una declinazione estremamente gradevole e delicata del tema “conflitto famiglia/lavoro”. Evan (Eddie Murphy), classico cavallo di razza della finanza americana, broker dal grande fiuto che dedica tutto se stesso al lavoro. si trova in competizione con Whitefeather (Thomas Haden Church), un collega che si affida a sogni e intuizioni “da indiano” per cercare di sottrargli clienti importanti. A complicare la sua situazione c’è anche la figlia Olivia (Yara Shahidi), affidatagli – per la settimana di “turno” – dalla moglie, con la quale Evan è separato. Olivia è una dolcissima bambina che, come il Linus schulziano, porta sempre una coperta al suo seguito, oggetto con la quale è in grado di entrare in un mondo di fantasia abitato da regine e principesse. La bambina passa molto tempo a parlare con questi personaggi immaginari, suscitando la perplessità e il fastidio del padre, almeno fino a quando tali principesse immaginarie non iniziano a dargli clamorosi suggerimenti finanziari. Il progressivo avvicinamento fra padre e figlia, porta all’improrogabile scelta finale fra il raggiungimento del culmine di una carriera o il definitivo consolidamento degli affetti familiari.
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