Nel parlare di Assassin’s Creed, come spesso accade per i film legati al mondo dei videogame, esistono aspetti, su cui vale la pena soffermarsi, che trascendono il carattere puramente filmico e vanno a toccare lo spinoso rapporto fra due media audiovisivi nettamente distinti dalla natura interattiva e immersiva di quello videoludico. In questi termini, la scelta di procedere alla realizzazione di
un’opera che si inserisca nell’universo narrativo di riferimento, senza rappresentare l’adattamento di uno dei capitoli, si rivela indubbiamente corretta, permettendo al film di costruire una propria identità senza entrare in conflitto diretto con l’esperienza di quanti hanno giocato uno o più capitoli della serie.
