BIG GAME – CACCIA AL PRESIDENTE: LA RECENSIONE

Divertente film d’azione teen di matrice finlandese, Big Game – tratto da un romanzo di Dan Smith – si propone in modo originale al pubblico, configurandosi come uno spettacolo certamente non di grande peso, ma capace di divertire e in qualche modo stupire. Se infatti il regista e sceneggiatore Jalmari Helander non rinuncia all’uso di scene d’azione ed effetti speciali propri dei classici film americani, la particolarità dell’ambientazione e della descrizione “rurale”degli abitanti della Finlandia, permette – soprattutto all’inizio del film – alcuni spunti che danno freschezza a un plot altrimenti molto banale. L’interazione fra il potente americano e il giovane finlandese si costruisce nel tempo e permette a entrambi i personaggi di crescere, assumendo maggiore consapevolezza dei propri limiti e delle proprie possibilità: Oskari vive nell’ombra di un padre considerato alla stregua di un eroe nazionale; William Alan Moore ha fatto dell’apparenza la sostanza del suo potere presidenziale. Entrambi hanno bisogno di dimostrare, in primis a se stessi, il proprio valore. Quando i terroristi che hanno abbattuto l’Air Force One si paleseranno per completare il lavoro, i due protagonisti avranno loro malgrado la propria chance di farsi valere.

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