Recensione di Le Paludi della Morte

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La musica dolente composta da Dickon Hinchcliffe, un blues che rimanda immediatamente al sud degli Stati Uniti, ci introduce nella realtà di Mike Souder (Sam Worthington) e Brian Heigh (Jeffrey Dean Morgan), detective della omicidi nella tutt’altro che ridente Texas City. I due sono personaggi molto diversi: iracondo e nervoso il primo quanto apparentemente calmo e accomodante il secondo, presentano entrambi una tensione interiore molto forte, alimentata anche dai fatti sui quali si trovano ad indagare: vicino alla città, fuori dalla loro giurisdizione, esiste un luogo inquietante, i cosiddetti Killing Fields, un’area paludosa in cui vengono rinvenuti numerosi cadaveri di giovani donne. La differenza di vedute rispetto al loro grado di coinvolgimento nel caso e le diverse piste sulle quali i due scelgono di indagare, anche a causa del coinvolgimento dell’ex moglie di Mike (Jessica Chastain), sembrerebbe accentuare la distanza fra i due. Tuttavia la coppia si troverà spalla a spalla nel momento in cui viene rapita Ann (Chloe Grace Moretz), una ragazzina del posto che nessuno dei due intende far diventare l’ennesima vittima delle paludi.

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Recensione di 40 carati

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Nick Cassidy (Sam Worthington), un ex-poliziotto di New York, è stato accusato di aver rubato un diamante da 40 carati al potente David Englander (Ed Harris), affarista senza scrupoli nel settore del real estate. L’accusa ha comportato una condanna pesante, ma Nick, dopo una rocambolesca evasione, è fermamente intenzionato a dimostrare la propria innocenza, a costo di mettere a rischio la propria vita sul cornicione di uno degli ultimi piani del Roosvelt Hotel di New York. Attirata l’attenzione della folla, dei media e della negoziatrice della polizia Lydia Mercer (Elizabeth Banks), Nick darà il via ad un piano molto articolato, volto a svelare gli intrighi e le cospirazioni che l’hanno incastrato e a stabilire finalmente di chi sia la responsabilità di quanto gli è accaduto.

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