KNIGHT OF CUPS: LA RECENSIONE

La solitudine dell’essere umano. Il dolore e il senso di colpa. La perdita di se stessi in un contesto in cui, una volta inseriti, si perde il contatto con la realtà più vera e materiale ma anche con il proprio io, con la necessità di ricordare la propria identità e conseguentemente il proprio vero posto nel mondo. Sono suggestioni, solo alcune di quelle che Knight of Cups, ultima fatica di Terrence Malick, suggerisce allo spettatore che non si voglia limitare a seguire una successione di capitoli. Perchè si sa, pur nella loro potenza e qualità estetica, le opere di Malick non si offrono in modo chiaro e definito. E anche Knight of Cups segue l’impostazione filosofica ed estetizzante di Tree of life e To the wonder.

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