SONG TO SONG: LA RECENSIONE

The Tree of Life ha segnato uno spartiacque ineludibile nella filmografia di Terrence Malick, ponendosi come capostipite di una poetica e di una cifra stilistica personale e riconoscibilissima che ha avuto riscontri estremamente divergenti, polarizzando la critica e il pubblico. Song to Song si cala perfettamente nel solco di questa poetica, caratterizzata da prolungati silenzi, maestose immagini di paesaggi e fenomeni naturali che si alternano alla quotidianità umana.

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KNIGHT OF CUPS: LA RECENSIONE

La solitudine dell’essere umano. Il dolore e il senso di colpa. La perdita di se stessi in un contesto in cui, una volta inseriti, si perde il contatto con la realtà più vera e materiale ma anche con il proprio io, con la necessità di ricordare la propria identità e conseguentemente il proprio vero posto nel mondo. Sono suggestioni, solo alcune di quelle che Knight of Cups, ultima fatica di Terrence Malick, suggerisce allo spettatore che non si voglia limitare a seguire una successione di capitoli. Perchè si sa, pur nella loro potenza e qualità estetica, le opere di Malick non si offrono in modo chiaro e definito. E anche Knight of Cups segue l’impostazione filosofica ed estetizzante di Tree of life e To the wonder.

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TO THE WONDER: LA RECENSIONE DA VENEZIA ’69

To the wonder, alla meraviglia, e in particolare a quella dell’amore nelle sue molteplici sfaccettature. Come spesso accade nel rapportarsi alla sensibilità di Malick, il fascino di una tecnica ineccepibile, fatta di fotografia, inquadrature, movimenti macchina, tempi e musiche capaci di costruire affascinanti sintesi audiovisive, si mescola con una riflessione a tutto tondo sul concetto che il regista si è prefisso di raccontare.

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