Ready Player One è un libro cult, un vero manifesto della cultura nerd anni ’80, il prodotto della passione di Ernest Cline per i videogiochi, i film, la musica e i fumetti della sua adolescenza. Quel libro è stato ripreso da Steven Spielberg, regista che forse più di tutti ha fatto propria la capacità di trasmettere su grande schermo le passioni e l’entusiasmo dell’adolescenza: il risultato è un film che riesce a essere più grande del libro da cui è tratto; un’opera cinematografica che completa quel processo di sedimentazione che ha reso la cultura nerd anni ’80 un tratto distintivo del pop del secondo decennio degli anni 2000.
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RECENSIONE DI INTERNET APOCALYPSE DI WAYNE GLADSTONE
Cosa accadrebbe se un giorno ci svegliassimo e internet, semplicemente, non ci fosse più? Nie
nte banda larga, nessun segnale wi-fi, neanche il vecchio modem 56k a permettere di collegarci ai nostri profili Twitter e Facebook, senza contare l’impossibilità di svolgere la miriade di lavori che dalla rete dipendono… sarebbe la Internet Apocalypse!
Il dramma paventato è quello che coglie Wayne Gladstone un giorno qualunque a New York, lanciandolo paradossalmente nella più grande avventura della sua vita: la ricerca dell’internet perduto!
Ad accompagnare il nostro stravagante eroe, caratterizzato da una dipendenza assoluta dal Jameson e un abbigliamento che, nel migliore dei casi, lo fa passare per un 37enne hypster, sono due personaggi singolari almeno quanto lui: Tobey, amico di social di Gladstone, venuto appositamente dalla California nella convinzione di poter trovare a New York le ragioni della dipartita della rete, e Oz, una camgirl australiana arrivata a New York per incontrare un suo amico del governo e quindi reclutata da Gladstone e Tobey nella folle ricerca in giro per Manhattan.
Naturalmente, la scomparsa della rete ha creato non solo problemi economici, ma un vero terremoto sociale e scompensi in quanti passavano parte della loro vita connessi a vario titolo.
Wayne Gladstone, che è anche il vero nome dell’autore di Internet Apocalypse, ci descrive, in modo spassoso quanto verosimile, le varie modalità con le quali diversi social network vengono “replicati” nella vita reale, con Youtubers in caccia di gattini per Central Park, fruitori di Reddit impegnati in disquisizioni saccenti, Twittominchia malati di Twitter, diverse forme di un nuovo tipo di zombie, che, in gruppi sparsi e tutto sommato innocui, si è diffuso per una New York in stato d’assedio pacifico, con autorità e normali cittadini impegnati a non cadere in un profondo stato di isteria.
Le descrizioni di Gladstone, nella vita reale umorista e scrittore americano, un vero e proprio geek newyorkese, riescono a dare forma a gruppi e situazioni che rispecchiano perfettamente status e condizioni rintracciabili in rete, creando una distopia in grande equilibrio fra demenzialità e credibilità. Anche i personaggi, principali e secondari che la storia ci presenta, hanno una forte caratterizzazione, con una venatura di caustica ironia che caratterizza il Gladstone autore al pari del personaggio.
La ricerca di internet darà i suoi frutti? Ai lettori l’ardua sentenza, nella consapevolezza che in un libro che si presenta come un romanzetto tutto sommato di poche pretese, si cela un testo godibile nella sua semplicità, un messaggio condivisibile nel suo apparente qual, e un cambio di registro sul finale che indurrà i lettori ad andare a cercare, indietro nel libro, una serie di passaggi che assumeranno un valore completamente diverso con il famigerato senno del poi.