READY PLAYER ONE: LA RECENSIONE

Ready Player One è un libro cult, un vero manifesto della cultura nerd anni ’80, il prodotto della passione di Ernest Cline per i videogiochi, i film, la musica e i fumetti della sua adolescenza. Quel libro è stato ripreso da Steven Spielberg, regista che forse più di tutti ha fatto propria la capacità di trasmettere su grande schermo le passioni e l’entusiasmo dell’adolescenza: il risultato è un film che riesce a essere più grande del libro da cui è tratto; un’opera cinematografica che completa quel processo di sedimentazione che ha reso la cultura nerd anni ’80 un tratto distintivo del pop del secondo decennio degli anni 2000.

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IL GRANDE GIGANTE GENTILE: LA RECENSIONE

La piccola Sophie, dopo aver visto il GGG vagare per le strade di Londra, viene da questi rapita e portata nella Terra dei Giganti. L’iniziale diffidenza della ragazzina, intimorita dalla mole del suo rapitore e da un’apparenza arcigna, verrà ben presto vinta dalla gentilezza che il colosso le dimostra, accompagnata da un modo di parlare decisamente troppo buffo per risultare spaventoso. Il rapporto fra il gigante e la bambina attira le attenzioni degli altri giganti, grossi, tonti, cattivi e soprattutto…mangiauomini. Ma il GGG, oltre che per l’indole, si differenzia dai suoi simili anche per un’altra caratteristica: è infatti avvezzo a frequentare la Terra dei Sogni per catturarne di belli e di brutti e utilizzarli come elementi alchemici per realizzare nuove storie nelle menti di chi dorme.

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JURASSIC WORLD: NON SOLO UN PARCO A TEMA

Jurassic World è un film che risulta difficile valutare in maniera obiettiva: il peso del capostipite della serie, a dispetto della pochezza del secondo e terzo episodio, rende complesso approcciare un’opera che è molto consapevole di tale eredità e la rimarca con costanza. Quasi a voler esplicitare il legame, Jurassic Park in Jurassic World è citato con continuità smaccata, con scene topiche e situazioni del primo ripetute diverse volte nel contesto del secondo, in un gioco di citazioni che mima il rapporto tra un padre autorevole e un figlio desideroso di avere la sua approvazione. Il risultato va valutato con un certo distacco, che almeno il sottoscritto inizialmente ammette di non aver avuto.

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Recensione di War Horse

warhorse

Steven Spielberg torna dietro la macchina da presa per dirigere War Horse, adattamento per il grande schermo del romanzo di Michael Morpurgo, già felicemente trasposto in spettacolo teatrale da Nick Stafford. Protagonista della storia è Joey, cavallo di razza dal temperamento indomito, che viene acquistato da un povero agricoltore (Peter Mullan) a dispetto di condizioni economiche tutt’altro che agiate. Il cavallo fa però la felicità di Albert (Jeremy Irvine), che riesce a domarlo e a conquistarne l’affetto, dando vita ad un’amicizia sincera e così profonda da resistere a qualsiasi avversità. Il destino deciderà infatti di dividere i due allo scoppio della prima guerra mondiale, portandoli entrambi sul fronte, ma su strade diverse. Nel corso dei lunghi anni di guerra Joey vivrà mille difficoltà e passerà spesso di mano, conquistando con le sue qualità personaggi di diversa nazionalità ed estrazione sociale, tutti accomunati da un’umanità che nel contesto della guerra sembra essere diventata un bene molto raro…

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