La piccola Sophie, dopo aver visto il GGG vagare per le strade di Londra, viene da questi rapita e portata nella Terra dei Giganti. L’iniziale diffidenza della ragazzina, intimorita dalla mole del suo rapitore e da un’apparenza arcigna, verrà ben presto vinta dalla gentilezza che il colosso le dimostra, accompagnata da un modo di parlare decisamente troppo buffo per risultare spaventoso. Il rapporto fra il gigante e la bambina attira le attenzioni degli altri giganti, grossi, tonti, cattivi e soprattutto…mangiauomini. Ma il GGG, oltre che per l’indole, si differenzia dai suoi simili anche per un’altra caratteristica: è infatti avvezzo a frequentare la Terra dei Sogni per catturarne di belli e di brutti e utilizzarli come elementi alchemici per realizzare nuove storie nelle menti di chi dorme.
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Recensione di War Horse
Steven Spielberg torna dietro la macchina da presa per dirigere War Horse, adattamento per il grande schermo del romanzo di Michael Morpurgo, già felicemente trasposto in spettacolo teatrale da Nick Stafford. Protagonista della storia è Joey, cavallo di razza dal temperamento indomito, che viene acquistato da un povero agricoltore (Peter Mullan) a dispetto di condizioni economiche tutt’altro che agiate. Il cavallo fa però la felicità di Albert (Jeremy Irvine), che riesce a domarlo e a conquistarne l’affetto, dando vita ad un’amicizia sincera e così profonda da resistere a qualsiasi avversità. Il destino deciderà infatti di dividere i due allo scoppio della prima guerra mondiale, portandoli entrambi sul fronte, ma su strade diverse. Nel corso dei lunghi anni di guerra Joey vivrà mille difficoltà e passerà spesso di mano, conquistando con le sue qualità personaggi di diversa nazionalità ed estrazione sociale, tutti accomunati da un’umanità che nel contesto della guerra sembra essere diventata un bene molto raro…
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