Recensione di Silent Hill: Revelation 3D

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Heather Mason ha cambiato ancora scuola, ma è consapevole che anche questa non sarà l’ultima. La sua è una vita fatta di continui spostamenti insieme al padre Harry, con il quale è in fuga da un passato fatto di orrori inimmaginabili.

Heather non è altro che la nuova identità di Sharon, la bambina protagonista del primo Silent Hill, qui quasi diciottenne. Nonostante i tentativi del padre di metterla al sicuro, il legame con la cittadina e con gli orrori che la abitano continua ad attirarla verso il proprio passato attraverso incubi dall’esasperante realismo. In seguito al rapimento di Harry da parte dei fanatici abitanti di Silent Hill, Heather si trova a dover far ritorno al luogo in cui ha avuto origine la tenebra che avvolge la sua storia.

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Recensione di Silent Hill

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Videogiochi e horror sono concetti che si rapportano facilmente, e se all’equazione si aggiunge cinema sicuramente si otterrebbe un risultato: Resident Evil. Ma come ogni equazione, anche qui cambiando una variabile il risultato non può che essere differente. Se a Capcom sostituiamo Konami, allora stiamo parlando dell’adattamento cinematografico di Silent Hill, survival horror che, rispetto al capolavoro Capcom, costruisce le proprie zone di inquietudine ricorrendo al paranormale e all’occulto anziché a zombie e mutazioni genetiche.

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