Recensione di Silent Hill: Revelation 3D

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Heather Mason ha cambiato ancora scuola, ma è consapevole che anche questa non sarà l’ultima. La sua è una vita fatta di continui spostamenti insieme al padre Harry, con il quale è in fuga da un passato fatto di orrori inimmaginabili.

Heather non è altro che la nuova identità di Sharon, la bambina protagonista del primo Silent Hill, qui quasi diciottenne. Nonostante i tentativi del padre di metterla al sicuro, il legame con la cittadina e con gli orrori che la abitano continua ad attirarla verso il proprio passato attraverso incubi dall’esasperante realismo. In seguito al rapimento di Harry da parte dei fanatici abitanti di Silent Hill, Heather si trova a dover far ritorno al luogo in cui ha avuto origine la tenebra che avvolge la sua storia.

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Recensione di Silent Hill

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Videogiochi e horror sono concetti che si rapportano facilmente, e se all’equazione si aggiunge cinema sicuramente si otterrebbe un risultato: Resident Evil. Ma come ogni equazione, anche qui cambiando una variabile il risultato non può che essere differente. Se a Capcom sostituiamo Konami, allora stiamo parlando dell’adattamento cinematografico di Silent Hill, survival horror che, rispetto al capolavoro Capcom, costruisce le proprie zone di inquietudine ricorrendo al paranormale e all’occulto anziché a zombie e mutazioni genetiche.

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Recensione di Resident Evil: Retribution

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Creare un videogioco e realizzare un film sono due cose molto diverse, che implicano competenze, modalità di fruizione, approcci differenti. Ad oggi sono pochi i film che hanno saputo essere buone trasposizioni di videogiochi, sono più i videogiochi riveelatisi in grado di trasporre i film da cui derivano, delineando un rapporto fra media potenzialmente esplosivo, ma che non ha ancora trovato una formula universale per non esplodere in mano ai realizzatori. La serie di Resident Evil è un brand in cerca della propria identità: distaccatasi fin dall’inizio dal videogioco, la versione cinematografica ha puntato tutto sul personaggio di Alice (Milla Jovovich), creata ad hoc per diventare protagonista di una narrazione sci-fi/action/horror i cui riferimenti al gioco sono concreti solo nel secondo capitolo. Sul grande schermo la serie è giunta oggi al quinto episodio, tornando nelle mani di Paul W.S. Anderson, che ne aveva diretto il primo e il quarto adattamento.

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Recensione di Strider per PS4

Recensione di Strider per PS4

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Chi è stato adolescente sul finire degli anni ’80 non può non ricordare Strider , gioco a scorrimento caratterizzato da una frenesia straordinaria, insieme ad una varietà di movimenti e capacità del protagonista praticamente uniche per l’epoca. Strider era infatti un futuristico ninja, capace di correre molto velocemente, sfruttare varie modalità di attacco e soprattutto aggrapparsi a piattaforme e scalare superfici verticali, cose che adesso fanno ridere, ma all’epoca erano innovative.

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