FAST & FURIOUS 7: LA RECENSIONE

Dopo sei film in cui era successo di tutto – dai più semplici incidenti di corsa alle sfide con carri armati e aerei da trasporto – sembrava difficile potersi superare, ma l’introduzione di una caccia all’uomo, incrociata con il più letale degli antagonisti incontrati da Toretto e compagni, ha permesso agli sceneggiatori di introdurre ogni genere di follia, trasformando di fatto Fast & Furious 7 nell’equivalente motoristico di un cinecomic. Non si fraintenda il senso di queste parole: per quanto inverosimili siano le peripezie che i protagonisti del film si trovano a vivere, per lo spettatore diFast & Furious quanto più esagerato è ciò che viene presentato, tanto maggiore è l’esaltazione e il divertimento. Non c’è bisogno di avvisare con il solito “Non provatelo a casa”, il messaggio che passa a livello subliminale è che solo Toretto o John McClane di Die Hard siano in grado di gestire certe situazioni.

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Recensione di Resident Evil: Retribution

resident evil retribution

Creare un videogioco e realizzare un film sono due cose molto diverse, che implicano competenze, modalità di fruizione, approcci differenti. Ad oggi sono pochi i film che hanno saputo essere buone trasposizioni di videogiochi, sono più i videogiochi riveelatisi in grado di trasporre i film da cui derivano, delineando un rapporto fra media potenzialmente esplosivo, ma che non ha ancora trovato una formula universale per non esplodere in mano ai realizzatori. La serie di Resident Evil è un brand in cerca della propria identità: distaccatasi fin dall’inizio dal videogioco, la versione cinematografica ha puntato tutto sul personaggio di Alice (Milla Jovovich), creata ad hoc per diventare protagonista di una narrazione sci-fi/action/horror i cui riferimenti al gioco sono concreti solo nel secondo capitolo. Sul grande schermo la serie è giunta oggi al quinto episodio, tornando nelle mani di Paul W.S. Anderson, che ne aveva diretto il primo e il quarto adattamento.

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