Nel tempo Sean Penn ci ha abituato alle sue capacità trasformistiche, passando per talmente tanti ruoli da poter perdere il conto. Quello che effettivamente mancava – e che a quasi 55 anni onestamente non ci si aspettava di vedere – era uno Sean Penn in versione palestrata, pronto a menar le mani e a utilizzare armi come neanche Silvester Stallone ne I Mercenari. A prescindere da questa inaspettata caratterizzazione di un perfetto protagonista che, per il resto, attraverso i noti malinconici occhi riesce perfettamente a rendere il tormento del rimorso e dei rimpianti, The Gunman è fondamentalmente un action thriller onesto, realizzato da quello stesso Pierre Morel che già era riuscito a trasformare Liam Neeson in una macchina per uccidere, algida e determinata, con Taken.
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Recensione di Into the Wild
E insomma, questo è il periodo dei film molto attesi che si rivelano delusioni più o meno ampie… Nello specifico parlo di “Into the wild”, ultima fatica di Sean Penn, con protagonista l’ottimo Emile Hirsch, una specie di mix fra Leonardo DiCaprio e Brian Austin Green, un attore che mi sembrava di aver già visto ma non ricordavo dove, finché una mia amica non ha tirato fuori, oltre ad Alpha Dog che non ho visto, un film semisconosciuto come “La ragazza della porta accanto” (per il quale, chissà perché, mi ero soffermato più sulle avvenenti forme di Elisha Cuthbert che sul nostro fanciullo…!)…