RESIDENT EVIL: THE FINAL CHAPTER – LA RECENSIONE

Il titolo finale di una saga dovrebbe rappresentare un punto di arrivo, il momento in cui si tirano le somme di un percorso che, nel caso di Resident Evil, conta la bellezza di sei episodi complessivi. Resident Evil: The Final Chapter si propone di tracciare un solco. Non scriveremmo però davvero la parola fine in una narrazione che, prendendo spunto dal celebre videogioco si è creata una propria autonomia, percorrendo una strada che l’ha portata a distanziarsi notevolmente dall’archetipo videoludico.

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ROMA CITTÀ MORTA DIARIO DI UN’APOCALISSE DI LUCA MARENGO E GIACOMO KEISON BEVILACQUA

Gli zombie negli ultimi anni sono il tema portante di una grande parte della fiction, declinata su tutti i media disponibili: film, videogiochi, libri, fumetti…da The Walking Dead a Resident Evil, passando per Diario di un sopravvissuto agli zombie e World War Z. In questo panorama era difficile ipotizzare di poter dire qualcosa di originale sull’argomento… Luca Marengo e Giacomo “Keison” Bevilacqua sono però riusciti nell’impresa, inventandosi non solo una forma narrativa mista, che fonde testo e disegno, con l’aggiunta di un paio di QR Code, ma declinando il fenomeno dei morti viventi in una chiave sociale
molto esplicita e completamente italiana.

Roma Città Morta è un esperimento originale, che per altro si propone di essere il capostipite di una serie potenziale di operazioni analoghe, che vedano artisti provenienti da campi diversi – l’ipotesi di associare nuovamente uno scrittore e un fumettista sembra la più fattibile, ma chi può dirlo… – per raccontare la realtà di un’Italia post-apocalittica, in cui altre città, oltre la capitale, affrontano a loro modo la vorace minaccia non-morta.

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