MEN IN BLACK INTERNATIONAL: LA RECENSIONE

L’agente H (Hemsworth) è uno scapestrato scavezzacollo, apparentemente più muscoli e sorriso che cervello, ma con il suo mentore e capo High T (Liam Neeson) ha in passato salvato il mondo e questo sembra dargli un credito illimitato nell’organizzazione MIB. M (Thompson) è appena entrata nell’agenzia dopo essersi preparata al meglio per farne parte. I due agenti si troveranno a fare coppia in un’avventura che si dipanerà in giro per il mondo, principalmente fra Londra e Marrakesh, nel tentare di sventare una minaccia che coinvolge l’intero universo.

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SUICIDE SQUAD: LA RECENSIONE

Il fascino dei cattivi, si sa, è magnetico. La cosa poi diventa ancor più palese e ammaliante se i personaggi in questione sono interpretati da star del calibro diWill Smith (Deadshoot), Jared Leto (Joker), Margot Robbie(Harley Quinn). Oltre agli attori già citati, per la pellicola diretta da David Ayer sono stati reclutati anche Joel Kinnaman (Rick Flag), Viola Davis (Amanda Waller), Jai Courtney (Captain Boomerang), Jay Hernandez (El Diablo), Adewale Akinnuoye-Agbaje (Killer Croc) e Cara Delevingne (l’Incantatrice). Ognuno recita la sua parte con una certa convinzione, contribuendo a un risultato finale complessivamente soddisfacente.

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Recensione di Io, Robot

 

Io-RobotSiamo nel 2035, un futuro quanto mai prossimo in cui l’avanzamento tecnologico ha portato alla diffusione capillare dei robot nella realtà di ogni giorno: gli automi sono impiegati per qualsiasi attività e sembra ormai impossibile fare a meno di loro. In questo mondo, il detective Spooner (Will Smith) è chiamato ad indagare sulla morte del genio della robotica Alfred Lanning (James Cromwell), precipitato dopo aver sfondato la parete di vetro del suo ufficio a pochi giorni dall’uscita sul mercato di una nuova serie di automi da lui sviluppati. Malgrado i robot siano programmati secondo le tre leggi della robotica di asimoviana memoria, l’insieme delle quali dovrebbe impedire che un automa possa nuocere gli umani, Spooner è talmente convinto della loro stupidità e pericolosità da imbarcarsi in una sorta di crociata personale contro di essi, in particolare contro Sonny, l’esemplare della nuova generazione cui attribuisce la responsabilità della morte di Lanning.

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Recensione di Io sono Leggenda

io sono leggenda

Ispirato al libro di Richard Matheson, ma ad esso non pienamente aderente, Io sono leggenda è soprattutto la celebrazione di Will Smith, che dà volto e fisico prestante al protagonista Robert Neville. Rimasto apparentemente solo al mondo, Neville è alla quotidiana ricerca di segnali di vita umana in una New York post-apocalittica. A fargli compagnia in quella che davvero è diventata una giungla metropolitana, c’è la fedele Sam, un pastore tedesco che mai come in questo film interpreta il ruolo di migliore (unico?) amico dell’uomo.

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Recensione di Io sono Leggenda

io sono leggenda

Data l’incredibile hype creatasi intorno a questo film, le mie aspettative in merito allo stesso non erano delle migliori, perché generalmente vengo deluso  dai titoloni roboanti… Fortunatamente, almeno in parte, mi sono potuto ricredere. Il mio lato sborone ha goduto non poco delle scene iniziali, nelle quali il buon Smith, che dà volto e fisico bestiale al protagonista Robert Neville, se ne va in giro a tutto gas in una New York post apocalittica su una fiammante Mustang GT 500 rossa, ovvero la macchina che se fossi in America vorrei per fare il coatto in giro!

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Recensione di La ricerca della felicità

Il nuovo film di Muccino, probabile nuovo eroe nazionale per essere il primo italiano, da un po’ di tempo a questa parte, ad essere chiamato alla regia di un film made in USA, è la storia del tipico american selfmade-man. Basato sulla biografia di Christopher Gardner, il film racconta infatti l’ascesa di questo ragazzo-padre, semi-disoccupato e abbandonato dalla moglie, dai bassifondi di San Francisco fino alle vette della finanza americana.
Un Will Smith davvero in forma abbandona gli stravaganti panni del principe di Bel Air, come anche quelli di tutti i più o meno strampalati eroi da lui interpretati, per calarsi in maniera credibile, e a tratti toccante, in quelli di questo nuovo personaggio, accompagnato per l’occasione da un bambino che è suo figlio nella finzione scenica come anche nella vita.

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